Violenze sulle minori: antidoto ed educazione
Il dato è allarmante: sono in aumento le violenze sulle minorenni. Lo rivelano le statistiche, lo conferma l’esperienza di chi con le donne maltrattate ha a che fare ogni giorno. Così a Milano su 712 vittime prese in carico dalla rete dei servizi antimaltrattamento del Comune nei primi sei mesi del 2011 (erano 883 nell’intero 2010) crescono le ragazzine bisognose di cura. In una delle case famiglia che ospitano le vittime, gestita dai Padri Somaschi, dal 2009 al 2011 le minorenni sono raddoppiate. Tra tutte le donne accolte, una su tre ha meno di 18 anni. Una violenza che nella maggior parte dei casi ha a che fare con la devianza o con la patologia, ma che, poiché coinvolge persone sempre più giovani, non può non interrogare la società. Tanta parte dell’aggressività nei confronti delle donne, fin da giovanissime, nasce dal non rispetto della persona, dalla ipersessualizzazione della donna nella pubblicità e nello spettacolo, e più in generale dalla difficoltà a controllare i propri impulsi. «Da educatrice – riflette Rita Zecchel, imprenditrice nel settore degli asili nido, madre di cinque figli e divulgatrice in Italia del programma internazionale di educazione affettiva “Proteggi il tuo cuore”, oggi presente in decine di scuole medie e superiori a Milano, Roma, Brescia – constato che già in seconda e terza media, interpellati dai nostri questionari, il 70 per cento dei ragazzi dichiara di avere “relazioni sessuali”, di cui peraltro non indaghiamo il livello. Se intrattenere relazioni di questo tipo è così facile, ci si chiede come mai possa esistere la sopraffazione sessuale sulle giovani. Credo che ci sia una relazione con il fenomeno del bullismo, presente in quasi tutte le classi, e che in ultima analisi è sopraffazione del più debole».
Occorre recuperare – osserva Rita Zecchel – il valore della persona e del rispetto, prima di tutto di sé stessi, poi del nostro prossimo. Nei corsi «spieghiamo che oltre la pura e semplice relazione sessuale, così alla loro portata, si può e si deve cercare l’amore, un legame per tutta la vita. E loro restano affascinati». Sono gli adulti – genitori, insegnanti, educatori – a doversi svegliare «per mostrare che è possibile e bello aver rispetto per noi e gli altri». Nei rapporti tra i sessi «i maschi vanno educati alla delicatezza e a rispettare la diversità tra uomo e donna. Oggi – conclude la Zecchel – esiste una promiscuità tra giovani che tende a nascondere le differenze e facilita le pulsioni. Se abbiamo ragazzi che non sono stati educati al rispetto o che vivono situazioni patologiche la violenza diventa una possibilità più concreta».